CASO PENATI EX PD - I PM DI MONZA " TANGENTI, DEGLI ESPSOTI VA PROCESSATO"
I pm di
Monza: "Tangenti, Degli Esposti va processato". Il caso Penati e Ccc
I pm di Monza: "Tangenti,
Degli Esposti va processato"
Il caso Penati e Ccc
Chiesto il
rinvio a giudizio del manager e di Ponzellini (Bpm)
di Gilberto
Dondi
Omer Degli
Esposti (Fotoschicchi)
Bologna, 2
ottobre 2012 - CI SONO anche Omer Degli Esposti, vicepresidente del
Consorzio cooperative costruzioni di Borgo Panigale, e il bolognese Massimo
Ponzellini, ex presidente di Bpm, fra le 22 persone per cui ieri i pm di
Monza, titolari dell’inchiesta sulle tangenti per le ex aree Falck e Marelli,
hanno chiesto il rinvio a giudizio. L’indagine è quella che coinvolge anche
Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni, ex responsabile della
segreteria politica di Pierluigi Bersani ed ex vice presidente del consiglio
regionale lombardo.
I pm
Walter Mapelli e Franca Macchia ipotizzano un giro di mazzette per ottenere
concessioni edilizie su quelle aree, tramite pagamenti ai Ds a livello locale,
come raccontato dall’imprenditore Piero Di Caterina e dal costruttore Giuseppe
Pasini. I reati contestati sono corruzione, concussione e finanziamento
illecito ai partiti.
LE
POSIZIONI, però, sono molto diverse. Degli Esposti, 64 anni, risponde di
concorso in concussione perché, secondo la Procura, avrebbe fatto da tramite
fra le coop rosse e Pasini nell’affare Falck. Sarebbe infatti stato proprio
il numero due del Ccc a informare Pasini che avrebbe dovuto pagare quasi due
milioni e mezzo di euro per consulenze a due professionisti legati alle coop,
per essere così ‘agevolato’ nell’acquisto della ex area Falck. Esattamente
come, ha spiegato agli inquirenti Pasini, gli aveva già anticipato Penati. Il
Ccc aveva mostrato interesse per il progetto Falck (poi sfumato) e l’ordine di
Penati era di favorire le coop rosse. I soldi sarebbero stati pagati tra il
2002 e il 2004 da Pasini all’avvocato Francesco Agnello e a Giampaolo Salami,
modenese, ex sindaco di Sassuolo e presidente della società di consulenza Fingest,
accusati di concorso in concussione. La prova sono quattro fatture da 620mila
euro ciascuna, emesse dalla ‘Aesse’ cui facevano capo i due professionisti, per
giustificare la super-consulenza.
L’AVVOCATO
di Degli Esposti, Paolo Trombetti, respinge le accuse: «Ci difenderemo in aula,
dimostrando l’assoluta insussistenza delle contestazioni. Le prestazioni dei
due professionisti, Agnello e Salami, furono effettivamente rese e fatturate.
Si trattava di lavori di ricerca e approfondimento nell’ambito di quel
progetto. Non furono, come sostiene l’accusa, fatture accondiscendenti per dare
soldi a qualcuno».
MOLTO più
defilata la posizione di Ponzellini, 62 anni, accusato di concorso in
finanziamento illecito ai partiti perché nel luglio 2009 avrebbe versato, quale
rappresentante legale della Banca popolare di Milano, 5mila euro a ‘Fare
Metropoli’, l’associazione definita dai pm «un mero schermo destinato ad
occultare la diretta destinazione delle somme» a Penati, in vista delle
elezioni provinciali e regionali del 2009 e del 2010. Un contributo occulto,
secondo la Procura, senza che fosse iscritto a bilancio né autorizzato dai
vertici di Bpm. Altre persone, fra cui imprenditori e banchieri, rispondono dello
stesso reato per altre somme, ben più ingenti. «È un’accusa che respingiamo —
dice Marzo Zanotti, legale di Ponzellini —, quel contributo a Penati fu
regolarmente autorizzato dai vertici della banca».
Gilberto
Dondi
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