PIANO INTEGRATO DI BARAGGIA


Edizioni la  Bussola 18/07/2012


L'inchiesta dai contorni inquietanti che coinvolge esponenti di entrambi i poli
Brugherio: la Procura apre un fascicolo sul Pii di Baraggia
La vicenda edilizia sospetta, che attraversa due ex amministrazioni, è ora nelle mani del pm Walter Mapelli
Descrizione: http://www.edizionilabussola.it/politica/1342596066.jpg
 BRUGHERIO - Un presunto affare “bipartisan” che – dopo anni di inchieste interne – adesso è diventato un fascicolo della Procura. Il noto Piano Integrato di Intervento di Baraggia-Santa Margherita, dove stanno sorgendo appartamenti di edilizia convenzionata, potrebbe mettere nei guai non pochi ex amministratori di Villa Fiorita delle due ultime giunte. Non ci sono ancora ipotesi di reato o iscritti nel registro degli indagati ufficiali, ma Walter Mapelli, il magistrato del Sistema Sesto, adesso ha iniziato a esaminare le carte.

LA STORIA
Nel 2008 – in tempi non sospetti – la Cooperativa “rossa” XXV aprile, che deteneva l’80 per cento delle quote di Fare Insieme s.r.l., che vedeva fra i soci anche Silvia Bolgia, allora assessore ai lavori pubblici e patrimonio, e suo marito, decide di acquistare i lotto del Piano di Zona Baraggia-Santa Margherita, per poter costruire, insieme ad una seconda cooperativa notoriamente vicina al Psi, la Brugherio ’82. A dire il vero – stando al documento di bilancio della cooperativa del 2007 – si diceva che “sono trascorsi alcuni anni dall’ultimo intervento edificativo, ma la Giunta ha approvato dei Piani di Zona e ciò fa ben sperare nella ripresa delle costruzioni”. In pratica la cooperativa rossa non aveva i fondi per poter fare quell’intervento, ma, come testimoniato nel bilancio del 2008, le era andata in soccorso con 200 mila euro la Cooperativa Brugherio 82. Quest’ultima, da sempre di area socialista, ha sede – come la prima – nell’ufficio monzese del commercialista Claudio Sarimari, ex direttore generale della Giunta Ronchi. Andiamo avanti. L’area del Piano di zona rimane per metà al privato che costruisce senza problemi, e per 50% alle due cooperative che prendono Daniele Liserani come progettista. Ancora con la Giunta Cifronti, nel 2009, avviene il cambio di destinazione del terreno da Piano di Zona (che prevede edilizia solo popolare con gara d’appalto obbligatoria), a Piano Integrato di Intervento (che non prevede la gara e quindi già “assegnato” alle cooperative).

L’approvazione … notturna
Siamo passati all’era di centrodestra. La Bolgia è consigliere comunale di opposizione e Liserani ha preso letteralmente il suo posto: è assessore ai lavori pubblici e patrimonio. Nonché, contemporaneamente, progettista e direttore dei lavori per il pii Baraggia. Con delibera del consiglio comunale, riunito il 4 e l’11 novembre 2009, il Pii viene approvato. Ma c’è qualcosa che non quadra. L’assessorato della Bolgia nel 2009 - nella trattativa tra le coop sui costi dell’operazione - pattuisce un onere di 250 euro a metro cubo per l’edilizia libera, 70 euro a metro cubo per la convenzionata e 40 euro a metro quadro per gli standard qualitativi. Le Coop dovrebbero pagare al Comune circa 910 mila euro. Alla fine della trattativa però il corrispettivo complessivo richiesto alle coop dal Comune veniva sensibilmente ridotto e pare non vi siano documenti di giunta che ratifichino questa macroscopica diminuzione dei costi. Il fatto ulteriore è che, nell’ultimo documento approvato dal Consiglio, sotto il mandato del centrodestra, sulla convenzione è comparsa una clausola: essendo i terreni delle coop occupati da nomadi con baracche, questi avrebbero dovuto essere sgomberati dal Comune entro 18 mesi. Se ciò non fosse avvenuto, lo avrebbero fatto le coop scomputando però i costi di sgombero. Sappiamo com’è andata: lo sgombero è stato effettuato da Ronchi ben oltre i 18 mesi, nel 2011, quando Liserani non era più assessore. In consiglio comunale, dal rappresentante dell’Idv, fu fatto presente che proprio la posizione di Liserani risultava essere irregolare, per via della doppia veste ricoperta.

La commissione d’inchiesta
Le probabili irregolarità e forse anche i reati consumati in quel Pii (abuso d’atti d’ufficio, falso in atto pubblico, danno erariale) indussero il Consiglio comunale ad istituire il 19 luglio 2011 una commissione d’inchiesta composta da Roberto Assi (Pdl), Giuseppe Calabretta (Idv), Giuseppe Carminati (Pd), Raffaele Corbetta (Udc), Graziano Maino (Lista Angelo Chirico) e Danilo Radaelli (Lega Nord). La Commissione esamina tutti gli atti sin dal 2008 e, pare, persino le registrazioni delle commissioni urbanistiche (sotto la giunta Cifronti – vale la pena rilevarlo – presiedute da Ermenegildo Caimi, socio della Coop XXV aprile). Vengono poi sentiti funzionari e dipendenti comunali del settore e politici. Tra questi anche la Bolgia e Liserani. Ma anche il sindaco e il direttore generale.

Esiti clamorosi
La modifica della bozza di convenzione approvata dal Consiglio Comunale il 20 novembre 2009 sarebbe saltata all’occhio della commissione, non essendo la stessa deliberata nella Giunta del giorno precedente, riportando clausole aggiuntive se non addirittura modificate, riguardanti le tempistiche e le modalità dei pagamenti. La modifica all’atto è avvenuta di nascosto? La commissione confermerebbe la circostanza. Conclusioni: ci sarebbe conflitto di interesse tra la posizione del direttore generale in quanto referente degli operatori, nonché per Liserani, progettista e assessore. Indiscrezioni parlano perfino di denunce circa pressioni su dipendenti e funzionari. La commissione avrebbe chiesto anche l’allontanamento e la censura dei comportamenti di alcuni amministratori. Insomma, dagli esiti di quella commissione, i consiglieri del Pdl (tutti tranne Giuseppe Valentino), e quelli di IDV e UDC si recano in Procura e consegnano un esposto dettagliato. Ed è da quello che gli inquirenti sono partiti ad esaminare una situazione ancora poco chiara.

laura marinaro
18 Luglio 2012

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