ENTI LOCALI: CNDCEC E ANCREL, IL CASO CAMPANIA IMPONE UNA RIFLESSIONE SUL COLLEGIO DEI REVISORI
ENTI LOCALI: CNDCEC E ANCREL, IL CASO CAMPANIA
IMPONE UNA RIFLESSIONE SUL COLLEGIO DEI REVISORI
Miani e Borghi: “Un presidio di legalità da difendere.
Incarichi mortificati da compensi inadeguati. Fondamentali formazione e
indipendenza”
Roma, 8
maggio 2017 -
“Le dimissioni del Presidente del Collegio dei Revisori della Regione Campania
rendono ancor più di stringente attualità le riflessioni e le proposte che il
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC)
e l’Associazione Nazionale Certificatori e Revisori degli Enti Locali (ANCREL)
hanno da tempo portato all’attenzione di politica e istituzioni”. E’ quanto
affermano in una nota congiunta Massimo Miani (presidente del Cndcec) e
Antonino Borghi (Presidente Ancrel), riferendosi alle dimissioni presentate nei
giorni scorsi da Antonio Porcaro, Presidente
del Collegio dei Revisori della Regione guidata da Vincenzo De Luca.
“Se il Collegio dei Revisori, come si crede –
sostengono Miani e Borghi - è imprescindibile presidio di legalità, a garanzia di una gestione degli Enti
territoriali conforme a leggi e regolamenti nell’interesse delle comunità
amministrate, allora ne discende, quale logico corollario, la necessità di
prevederne e favorirne il corretto e
completo incardinamento nel sistema ordinamentale di ogni istituzione”.
“CNDCEC e ANCREL – prosegue la nota - si sono
da sempre spesi per la formazione
professionale qualificata dei propri iscritti e per la valorizzazione dei principi deontologici e di cultura
istituzionale che vanno considerati la precondizione per essere parte di un
rapporto tanto delicato. È di tutta evidenza che l’efficace esercizio delle
complesse e delicate funzioni che la legge attribuisce al Collegio dei
Revisori, postula una qualificata preparazione,
un’assoluta indipendenza, l’assenza di conflitti di interesse;
ma, nel contempo, occorre garantire al revisore un adeguato supporto in termini
di risorse umane e strumentali,
oltre che una retribuzione
adeguatamente commisurata alla responsabilità, alla complessità e alla
dimensione dell’incarico”.
“Il livello professionale che è precondizione
per l’assolvimento dell’incarico non può – concludono Miani e Borghi - evidentemente
essere il frutto di improvvisazione né essere conseguito facilmente e
rapidamente. Proprio per questo il considerevole investimento professionale
richiesto a coloro che intendano proporsi per tali delicati incarichi non può
continuare a essere mortificato da
compensi inadeguati, dalla mancanza di prospettive di continuità
professionale, e da situazioni che ne rischiano di pregiudicarne, direttamente
o indirettamente, qualità e indipendenza. Da tempo riteniamo indispensabile
trovare una vera “quadra” a un sistema che “a sistema”, ad oggi, non può ancora
essere considerato”.
Ufficio stampa
Consiglio nazionale dei commercialisti
Mauro
Parracino
parracino@commercialisti.it
06.47863627
Data di Aggiornamento:
08/05/2017
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